Money management, drawdown e ruolo del consulente finanziario

Nel precedente post su 4Timing mi riferivo al ruolo del consulente finanziario nel processo di controllo del rischio della posizione. Si parla cioè di money management.

Il money management non è altro che un sistema di regole prestabilite che deve indicarci quanto denaro investire in una singola operazione (trade) in modo tale da preservare il capitale totale a nostra disposizione nel caso in cui le cose dovessero andare male.

Come ricorda Larry Williams,  dobbiamo essere consapevoli che non potremmo mai realizzare il 100% delle operazioni vincenti, nell’ambito di un portafoglio comunque ben diversificato. Non potendo prevedere il futuro, non possiamo conoscere quali trade saranno vincenti e quali no e dando per acclarato che una strategia soltanto buy & hold risulta in molti casi non sufficiente, abbiamo la necessità di proteggerci con strumenti che salvaguardino il nostro capitale economico e psicologico.

Il money management si compone di due branche fondamentali inscindibili fra di loro: risk management (“gestione del rischio”) e position sizing. La prima analizza il rischio legato alla posizione assunta sul mercato; la seconda ci indica con quanto capitale entrare per ogni trade aperto sul mercato e come ripartirlo nei vari asset di portafoglio.

Il Ruolo del Consulente Finanziario

Il ruolo del consulente finanziario nella fase del money management è fondamentale: ha gli strumenti e le conoscenze per guidare l’investitore, sia pur evolutone governo del rischio.

Quanto è difficile recuperare denaro dopo aver subito una grossa perdita? Questo vale sia per l’investitore evoluto che adotta il fai-da-te sia per l’investitore standard. Sarà richiesta una performance sempre più elevata in funzione delle dimensioni della perdita.

Time-to-recovery

Di seguito viene riportata una celebre tabella che indica la performance necessaria per recuperare una determinata percentuale di perdita.

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Il calcolo della performance richiesta per recuperare il capitale si effettua sulla base di questa formula: RP = 100/ (100 – P) * P, dove RP è la performance necessaria per ritornare al punto di pareggio, mentre P è la percentuale di perdita registrata.

Come è possibile notare, perdendo denaro si va a disporre di un capitale sempre inferiore per poter continuare le proprie operazioni di investimento sia esse titoli sicav ecc, riducendo così la propria capacità di guadagnare. Una volta azzerato completamente il capitale (K) dovremmo abbandonare l’attività. Il grafico riportato in basso ci mostra come la percentuale di recupero (% to recovery) cresca in modo esponenziale rispetto alla perdita percentuale (% of loss).

Money management gli elementi per iniziare

Supponiamo, ad esempio, di avere a disposizione sul nostro conto corrente 10.000 euro. L’esempio è su singoli trades in titoli, può essere relativo a qualunque tipo di posizione.

Il primo trade ha portato ad una perdita di 2.000 euro, per cui il drawdown è del 20%. Il capitale rimasto sul conto è di 8.000 euro. Con la seconda operazione otteniamo un guadagno di 1.000 euro, mentre con la terza subiamo una nuova perdita di 2.000 euro.

Il DrawDown

Come calcoliamo ora il drawdown? Il conteggio è molto semplice. Agli 8.000 euro rimanenti sul conto dopo la prima operazione sommiamo i 1.000 euro guadagnati e sottraiamo i 2.000 euro persi (8.000 + 1.000 – 2.000 = 7.000 euro, cioè siamo arrivati ad una perdita pari al 30% del capitale iniziale di 10.000 euro).

Il massimo drawdown, invece, indica la quantità di denaro persa prima di tornare al punto di pareggio (break-even point). Ad esempio, abbiamo un conto iniziale di 10.000 euro e, prima di tornare al punto di pareggio, subiamo una perdita di 3.000 euro. Il massimo drawdown sarà dunque del 30%.

Al crescere della perdita percentuale verrà richiesta una sempre maggiore performance prima tornare al break-even point. Quindi la gestione del drawdown deve essere una delle priorità dell’investitore.

In base ad uno studio condotto da Mark Boucher, affermato gestore di hedge fund, è emerso che tutti i migliori trader esercitano il massimo sforzo per mantenere il loro drawdown nell’ambito del 20-30% o meno. Quando si fa trading bisogna essere consapevoli dei risultati a cui si può arrivare quando si subisce una perdita considerevole. Infatti, non solo si perde denaro reale ma si rischia anche di perdere definitivamente tutte le possibilità di continuare questa attività.
Prendendo coscienza di questo principio è possibile sviluppare una sorta di “paura positiva” che aiuterà il trader a mantenere le posizioni entro un limite ragionevole e, dunque, a minimizzare le perdite.

In definitiva bisogna avere il massimo rispetto per il rischio allo scopo di assicurarsi una prolungata permanenza sui mercati finanziari.

Infatti, ciò che davvero conta è tenere sempre sotto controllo il rischio del singolo investimento e quello dell’intero portafoglio al fine di avere una curva cumulativa dei profitti caratterizzata da una crescita costante senza grandi picchi e successive importanti ricadute di rendimento.

Governo il Rischio 

Piattaforme di advisory per la Clientela, ne utilizzo due, Vision e 4T.

Conclusione

Il ruolo del consulente nel governo del rischio è fondamentale e fornisce valore aggiunto alla consulenza. La gestione si compone di due fase altrettanto importanti, che definisco ‘gestione a monte’ e ‘gestione a valle’.

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