La Cina sta attraversando una fase di transizione economica. Storicamente, la crescita è stata trainata principalmente dal settore immobiliare, dalle infrastrutture e dalle industrie secondarie mentre l’attuale transizione prevede una maggiore enfasi su industrie a valore aggiunto, sui consumi e sui servizi, con uno spostamento strategico orientato verso la produzione di fascia medio-alta che comprende settori come tecnologia, macchinari e veicoli elettrici. Tale transizione mira a risalire la catena del valore, aumentare i redditi e a migliorare la qualità della vita della popolazione cinese.
Tuttavia, questo tema è stato messo in ombra dalle recenti vicende relative al settore immobiliare cinese, settore che fino ad oggi ha assorbito una parte significativa del capitale cinese.
I segnali di crisi provenienti da alcune grandi società immobiliari cinesi, nel contesto attuale, non rappresentano un nuovo ciclo di default, poiché sono parte dello stesso processo di consolidamento del settore iniziato nel 2021. Tale tema non rappresenta una novità e rientra nelle aspettative dei team di investimento.
Ad oggi un contagio del settore finanziario risulta improbabile. I titoli immobiliari rappresentano meno del 3% del mercato del credito cinese. Tutte le obbligazioni immobiliari in default appartengono a società private (privately-owned enterprises, POEs) e nessuna di esse è di proprietà statale (state-owned enterprises, SOEs). Nel lungo periodo, si prevede che il settore immobiliare sarà dominato dalle SOEs, che beneficeranno in futuro dell’aumento delle quote di mercato e del consolidamento di tale mercato, e che le POEs finiranno per fallire, con la maggior parte di esse ad oggi già in default.
Alla luce anche dei cambiamenti demografici – la Cina ha subito un calo della popolazione nel 2022 per la prima volta dopo 60 anni – si prevede che il governo centrale voglia limitare il settore immobiliare e ridurre il rischio sistematico.
Nel lungo periodo, ci si aspetta che la domanda di immobili sarà trainata principalmente dagli acquirenti di prime case e da coloro che vogliono riqualificare i propri immobili, con la scomparsa di tutti gli acquirenti speculativi. D’altra parte, data la diffusione di notizie e timori da parte del mercato sul settore immobiliare cinese, il governo ha introdotto diverse politiche a sostegno di altri settori per garantire la stabilità, in particolare quello dei Local Government Financing Vehicles (LGFV, veicoli di finanziamento di enti governativi locali), che stanno subendo un impatto a causa del calo delle vendite dei terreni a seguito della stretta immobiliare. Le politiche comprendono in particolare la riduzione dei costi di finanziamento e delle passività complessive degli LGFV delle regioni a rischio e il supporto fiscale del governo locale.
Ritornando invece al contesto macroeconomico, il periodo successivo alla riapertura post-Covid nel 2023 ha visto una decelerazione della crescita in Cina, che ha spinto i decision maker ad attuare politiche più accomodanti. Tuttavia, la politica fiscale cinese è rimasta al di sotto delle aspettative iniziali, mentre una maggiore enfasi è stata posta sulle misure di politica monetaria.
Da un punto di vista tattico, le attuali proiezioni di una crescita a “L” in Cina con un periodo prolungato di tassi stabili (ossia tassi più bassi più a lungo) rappresentano un contesto favorevole per il mercato obbligazionario cinese.