Mondo sportivo: se il campione finisce sul lastrico

Fonte: https://www.ilsole24ore.com/art/se-campione-finisce-sull-astrico-ACMMTWd?refresh_ce=1

Riporto articolo di estremo interesse tratto dal Sole 24 Ore.

Mentre impazza il calciomercato con le cifre da capogiro che lo caratterizza, i riflettori sono puntati anche sul disegno di legge sull’ordinamento sportivo (collegato alla legge di Bilancio 2019) che contiene una serie di deleghe per il Governo per il riordino e la riforma delle disposizioni in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici nonchè del rapporto di lavoro sportivo.

Sì perché il lavoro del calciatore o dello sportivo in generale riserva gioie e dolori per quanto riguarda il portafoglio. Persino i calciatori più famosi, quando appendono al chiodo le scarpe possono incorrere in difficoltà economiche rilevanti. 

Le cifre parlano chiaro: in Europa il 40% dei calciatori sono a rischio di indigenza cinque anni dopo il ritiro, una percentuale che sale al 60% nel Regno Unito e per i cestisti Usa. Addirittura i campioni del football americano, nel 78% dei casi, finiscono in bolletta appena due anni dopo aver lasciato il professionismo. Lo dimostra una recente ricerca di Lombard International Assurance condotta a livello globale utilizzando dati di fonte internazionale. 

Il rischio di perdita di valore del patrimonio è significativo per gli sportivi professionisti a causa di una serie di fattori, tra cui probabili costi sanitari maggiori al termine della carriera o le sfide di «riconversione» professionale.

Altri fattori concorrono al declino. I campioni diventano ricchi quando sono appena più che adolescenti e non pensano al futuro, ad accumulare e proteggere i propri guadagni. La loro carriera è breve ma tendono a mantenere il medesimo stile di vita anche quando l’hanno terminata dissipando i loro risparmi. Poi ci sono gli investimenti sbagliati, e i consulenti improvvisati.

Proprio pensando a questo target Lombard International Assurance, compagnia specializzata nel fornire soluzioni assicurative per una clientela di High Net Worth Individuals – 41,2 miliardi di asset amministrati nel 2018 – ha studiato soluzioni di pianificazione patrimoniale per sportivi professionisti a livello internazionale. Già le utilizzano circa 400 atleti in tutto il mondo.

«La polizza – spiega Marco De Bortoli senior relationship manager di Lombard International Insurance– è uno strumento efficiente per gestire sia la pianificazione patrimoniale sia protezione del patrimonio: proprio per la loro giovane età gli sportivi professionisti sono più esposti di altri ai consigli interessati degli amici, a truffe di vario genere, investimenti sbagliati. proprio per questo una polizza che tutela in modo trasparente il loro patrimonio rappresenta una soluzione. Va considerata poi la portabilità internazionale – aggiunge De Bortoli -: una polizza assicurativa è un contratto presente – quasi dappertutto con i medesimi benefici – in tutte le legislazioni. Può pertanto essere portato con sè dai globtrotter del pallone o del canestro senza dover smontare il loro castelletto di investimenti ogni volta che cambiano residenza, assieme alla casacca del club». C’è anche un vantaggio di reportistica da non sottovalutare. Lombard International, ad esempio, è presente con una sede stabile in diversi paesi (tra cui l’Italia) e può dunque svolgere il ruolo di sostituto d’imposta per i propri clienti nei confronti del Fisco. «Le polizze inoltre possono essere messe a pegno per la concessione di finanziamenti (ad esempio mutui immobiliari), un’esigenza quest’ultima particolarmente sentita dagli sportivi professionisti» aggiungono a Lombard. L’incontro con un assicuratore costringe, in genere, lo sportivo professionista ad allungare l’orizzonte della propria vita, a programmarlo per tempo evitando di consumare le proprie chance in una breve stagione.

Come funziona 


«Lombard International costruisce il contratto di Private Insurance modellandolo sulle specifiche esigenze del suo cliente, provvede alla copertura dei suoi bisogni sanitari, previdenziali, fiscali, ma non investe direttamente il patrimonio che il contraente gli ha affidato. A questo scopo – spiega Stefano Carpi, Branch Manager della Sede italiana – sono incaricati i provider finanziari partner della compagnia. Nel corso degli anni è stata sviluppata una rete imponente di cui attualmente fanno parte oltre mille gestori patrimoniali e più di 200 banche depositarie». É lo stesso cliente a scegliere, in piena libertà, su quale gestore riporre la propria fiducia e, anche in questo caso, vengono create soluzioni flessibili, personalizzate sullo specifico patrimonio che il cliente affida in gestione. Possono essere attività liquide (fondi, azioni, obbligazioni) ma anche strumenti meno liquidi come fondi di private equity o private debt, purché vengano rispettati alcuni parametri massimi di investimento.

Fonte: https://www.ilsole24ore.com/art/se-campione-finisce-sull-astrico-ACMMTWd?refresh_ce=1

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